RITRATTI FEMMINILI DAL MUSEO ARCHEOLOGICO DI VENEZIA: LUCILLA

di Michele Gatto & Patricia Caprino

Nel 176 d.C., Marco Aurelio assegnò il titolo di imperator al figlio quindicenne Commodo, designandolo in sostanza come proprio successore e interrompendo così quel principato per adozione che, fino a quel momento, aveva contraddistinto la dinastia Antonina. Tuttavia, questa decisione ebbe delle conseguenze politiche all’interno della stessa domus augusta: infatti, la coppia imperiale aveva avuto anche una figlia, Annia Aurelia Galeria Lucilla, all’età di sedici anni data in sposa a Lucio Vero, in quel momento imperatore insieme a Marco Aurelio nella prima diarchia della storia dell’impero.

LA PROPAGANDA POLITICA AL TEMPO DI COMMODO: ERCOLE, L’ANFITEATRO, UNA COLONIA (180-192 d.C.)

di Rebecca Goldaniga

Ne “Il Gladiatore” (2000), Commodo appare ora pacato, ora collerico; ora fragile, ora crudele, ed il personaggio creato dalla regia di Ridley Scott pone l’accento su una figura storica che ancora oggi appare estremamente complessa. Del resto, il ritratto di una personalità del tutto eccezionale non è una mera invenzione hollywoodiana, ma è la stessa immagine di monarca eccentrico e tormentato che emerge da fonti quali Erodiano, Cassio Dione e l’autore dell’Historia Augusta. Persino il celebre ritratto conservato a Palazzo dei Conservatori restituisce un’idea di dualità: è quindi un essere a metà fra una realtà sensibile e una realtà ultraterrena. Ciò invita a riflettere sul significato dell’identificazione con una divinità come Ercole, ma prima di indagare in merito alla politica religiosa messa in atto da Commodo, non resta che soffermarsi sulla natura delle fonti che parlano di quest’ultima.