di Federica Fornasiero
Gli inquisitori agivano nel rispetto dell’ortodossia religiosa e in difesa dei valori e degli insegnamenti della Chiesa e delle scritture. L’uso della violenza, dell’intimidazione – anche psicologica – e del serrato controllo dottrinale sono aspetti che non possono essere sottovalutati e che furono reputati necessari per evitare che le ideologie eterodosse prendessero il sopravvento. Si doveva inoltre difendere il primato ecclesiastico nella predicazione e nella divulgazione del verbo divino: l’approccio alle scritture, la loro interpretazione, comprensione e diffusione non poteva essere delegato, ed era un diritto e un dovere del solo clero. Il fine dell’azione inquisitoriale era ricondurre l’eretico nell’alveo dell’ortodossia attraverso il processo e la predicazione. Si è cercato pertanto di riassumere quantomeno le principali caratteristiche dell’Inquisizione e degli inquisitori medievali. Ovviamente, l’attività antiereticale non è ascrivibile solo ed esclusivamente a questo periodo storico, ma continuò a palesarsi, svilupparsi e irrigidirsi nei secoli successivi e soprattutto nell’Età Moderna.
