I CANTI DELLA TRADOTTA

di Davide Longo

Cosa pensava un soldato che, all’epoca della Grande Guerra, veniva portato al fronte dalla tradotta? Quali emozioni provava? Per costruire una storia dei sogni e dei sentimenti della truppa è possibile utilizzare il repertorio di canzoni che i soldati cantavano in trincea. Se si volesse poi allargare lo sguardo a quelle opere – vere e proprie canzoni di regime, se vogliamo – prodotte o promosse dallo Stato durante la Grande Guerra, allora potremmo anche costruire una storia di come l’istituzione pensava che dovessero essere i fanti, cosa dovessero pensare e quali idee dovessero albergare nelle loro menti. Proprio questo proveremo a fare in questo contributo, concentrandoci in particolare sul caso italiano per ragioni di spazio, auspicando però la crescita di studi e analisi rivolte all’abito internazionale in chiave comparativa.

1969-1974: STRATEGIA DELLA TENSIONE, STRAGI E DEPISTAGGI

di Matteo Bulzomì

Nel corso degli anni Settanta l’Italia divenne teatro di numerosi attentati terroristici. La peculiarità di questa stagione politicamente turbolenta fu la natura degli attori coinvolti nei sanguinosi avvenimenti di cui si parlerà. Essi infatti non erano solo esponenti di organizzazioni politiche del mondo della destra eversiva, ma anche membri delle istituzioni repubblicane e dei servizi segreti stranieri. Per questo motivo tale capitolo della storia italiana si è guadagnato il titolo di “strategia della tensione”.