MUSSOLINI, IL FASCISMO, LA FABBRICA E LA COMPANY TOWN: IL CASO DALMINE

di Federica Fornasiero

Dalmine è una città solo apparentemente priva di storia; una città le cui sorti sono ormai intimamente intrecciate con quelle della Dalmine (dapprima Mannesmann, oggi TenarisDalmine), il tubificio che nel corso del Novecento cambiò definitivamente il volto del piccolo borgo della bassa bergamasca. Ma cosa c’entrano Mussolini e il fascismo con la città bergamasca? Cosa si intende per company town? Ebbene, questo breve contributo cercherà di dare risposta a queste domande, svelando un passato forse ancora sconosciuto ai più.

I DUE MUSSOLINI

di Davide Longo

Il 28 giugno 1914 Gavrilo Princip, un giovane nazionalista serbo-bosniaco, uccide Francesco Ferdinando, Arciduca d’Austria ed erede al trono imperiale. Esattamente un mese più tardi, il 28 luglio, l’Austria Ungheria dichiara guerra alla Serbia, considerata la grande regista dell’assassinio. Da quel momento una grande reazione a catena trascina nel conflitto cinque delle sei grandi potenze che a vari livelli si contendono l’egemonia sull’Europa. 
In Italia uno dei grandi registi dell’entrata in guerra del Belpaese è Benito Mussolini, esponente di spicco del socialismo italiano che per il suo voltafaccia dal neutralismo all’interventismo venne espulso dal partito. Come, quando e perché avvenne questo cambiamento di rotta politica da parte del giovane Mussolini? Ripercorriamone le tappe grazie all’aiuto della stampa dell’epoca.