di Michele Gatto
La prima rivolta giudaica, scoppiata nel 66 d.C., fu il risultato di complessi fattori politici e sociali, di origine sia esterna, sia interna. La cattiva amministrazione di diversi prefetti o procuratori romani, finì per acuire i sentimenti di avversione nei confronti dell’impero, ravvivando così le istanze di indipendenza. Si alimentarono, inoltre, le credenze religiose su una prossima venuta del Messia che avrebbe liberato Israele, rendendo più determinati i rivoltosi e più difficile per i romani ristabilire l’ordine. Come ci raccontano le fonti e, in particolare Flavio Giuseppe, l’impresa della riconquista di Gerusalemme sarebbe riuscita ai membri della futura dinastia Flavia, Vespasiano e Tito: tuttavia, ciò comprese una repressione brutale e la stessa distruzione del Tempio.